DIFFICOLTÀ ALIMENTARI
La sindrome del piatto pulito
Fenomeno in cui le persone si sentono obbligate a finire tutto il cibo nel piatto
” Mangia, mangia, che i bambini in Africa muoiono di fame.”
– Zia, nonno, mamma, …
La sindrome del piatto pulito è un fenomeno in cui le persone si sentono obbligate a finire tutto il cibo nel piatto, indipendentemente dalla propria fame o sazietà. Questo comportamento può essere influenzato da vari fattori, come l’educazione alimentare, i fattori culturali e le dinamiche familiari. La sindrome del piatto pulito può avere implicazioni per la salute fisica e psicologica delle persone coinvolte. Questo articolo esplorerà le cause, gli effetti e le strategie di gestione della sindrome del piatto pulito.
Cause della sindrome del piatto pulito
La sindrome del piatto pulito può essere influenzata da diversi fattori. L’educazione alimentare può giocare un ruolo significativo, ad esempio, insegnando ai bambini a finire tutto il cibo nel piatto come segno di rispetto o per evitare lo spreco. I fattori culturali possono anche contribuire alla sindrome del piatto pulito, con l’enfasi su porzioni abbondanti e l’idea che sia maleducato lasciare del cibo nel piatto. Le dinamiche familiari, come le pressioni o le ricompense legate al cibo durante l’infanzia, possono anche influenzare l’insorgenza di questa sindrome.
Durante l’infanzia, le ricompense legate al cibo possono giocare un ruolo significativo nello sviluppo delle nostre abitudini alimentari e delle preferenze alimentari. Secondo la teoria del condizionamento classico di Ivan Pavlov, le associazioni possono essere formate tra uno stimolo neutro e uno stimolo che suscita una risposta, come nel caso del riflesso condizionato del cane di Pavlov. Nel contesto dell’alimentazione, questo significa che un cibo piacevole o una ricompensa gustativa possono diventare associati con stimoli o situazioni specifiche, come il luogo o l’ora dei pasti, creando così un’aspettativa positiva verso il cibo.
D’altra parte, la teoria del condizionamento operante di B.F. Skinner sottolinea il ruolo delle ricompense e delle punizioni nel modellare il comportamento. Nel contesto alimentare, questo significa che se un bambino riceve una ricompensa o gratificazione dopo aver mangiato un certo cibo, potrebbe essere maggiormente incline a ripetere quel comportamento in futuro.
Effetti sulla salute fisica e psicologica:
La sindrome del piatto pulito può avere effetti negativi sulla salute fisica e psicologica delle persone coinvolte. Dal punto di vista fisico, il consumo eccessivo di cibo può portare a un aumento di peso e a un potenziale rischio di sovrappeso o obesità. Inoltre, può causare disagio fisico, come sensazioni di pesantezza o indigestione. Dal punto di vista psicologico, la sindrome del piatto pulito può generare sensi di colpa, ansia e una relazione disfunzionale con il cibo. Le persone coinvolte possono sviluppare un’iperfocalizzazione sul cibo e sulla quantità consumata, con conseguente perdita della capacità di ascoltare i segnali di fame e sazietà del proprio corpo.
La sindrome del piatto pulito potrebbe sembrare una malattia immaginaria. Invece, è un problema vero e proprio, che può causare l’aumento di peso, soprattutto durante le festività. Se avanza qualcosa, anche se si è pieni, si tenderà a mangiarlo perché “sarebbe un peccato buttarlo”. In altre parole, si innesca un meccanismo mentale che spinge a mangiare un determinato alimento solamente perché è rimasto nel piatto.
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La ricerca dice che:
Parte della sindrome “clean-the-plate” è infatti dirsi la ‘bugia’ che un altro morso non è così calorico come in realtà è.
Un recente studio condotto dalla Hofstra University, pubblicato sul numero di febbraio 2019 della rivista “Appetite”, ha esaminato il fenomeno del “piatto vuoto”. Gli studiosi, guidati da Veronika Ilyuk, hanno condotto una serie di quattro esperimenti che hanno dimostrato che una singola porzione di cibo lasciata sul piatto suscita un desiderio molto più forte di finire tutto rispetto a più cibi, indipendentemente che si trattasse di cioccolato, biscotti o pizza. Inoltre, il team di ricerca ha scoperto che le persone tendono a credere che l’ultimo biscotto non faccia poi così male, optando spesso per il completamento della porzione rimasta.
La sindrome del piatto pulito è un fenomeno che può avere un impatto significativo sulla salute fisica e psicologica delle persone coinvolte. Le cause possono variare da fattori educativi a influenze culturali e dinamiche familiari. È importante riconoscere e affrontare questa sindrome per promuovere un rapporto sano con il cibo e il corpo.
Strategie di gestione e trattamento:
Le strategie di gestione e trattamento, come la consapevolezza dei segnali di fame e sazietà e l’adozione di un modello di alimentazione equilibrato, possono aiutare a gestire la sindrome del piatto pulito in modo efficace.
La gestione della sindrome del piatto pulito richiede un approccio individualizzato. Alcune strategie potenziali includono la consapevolezza dei segnali di fame e sazietà del corpo, il riconoscimento delle emozioni associate al cibo e l’adozione di un modello di alimentazione equilibrato. È importante imparare a ascoltare il proprio corpo e a rispettare la sazietà, anche se ciò significa lasciare del cibo nel piatto. Il coinvolgimento di un professionista della salute mentale, come uno psicologo o un dietista specializzato in disturbi alimentari, può fornire ulteriore supporto e guidare il processo di gestione e trattamento.
Riassunto
Questo articolo si propone di esplorare la sindrome del piatto pulito, un fenomeno caratterizzato da una compulsione a finire tutto il cibo nel piatto, anche quando la fame è stata soddisfatta. Saranno analizzate le possibili cause della sindrome del piatto pulito, come l’educazione alimentare, i fattori culturali e le dinamiche familiari. Saranno inoltre esaminati gli effetti sulla salute fisica e psicologica delle persone coinvolte, nonché le strategie di gestione e trattamento.
Fonti
* Justifying by “healthifying”: When expected satisfaction from consumption closure increases the desire to eat more and biases health perceptions of unhealthy leftovers. Veronika Ilyuk,, Lauren Block, Kelly L. Haws. Appetite. Volume 133, 1 February 2019, Pages 138-146