DIFFICOLTÀ ALIMENTARI

Le Restrizioni Alimentari

Le restrizioni alimentari possono avere un impatto significativo sui disturbi alimentari.

Ecco alcune informazioni basate su ricerche scientifiche sul tema:

1. Effetto delle restrizioni alimentari sui disturbi alimentari:

Le restrizioni alimentari, come diete restrittive o eliminazione di gruppi alimentari, possono influire negativamente sui disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (BED). Queste restrizioni possono aumentare l’ossessione per il cibo, innescare episodi di abbuffate e provocare sensi di colpa e vergogna. Inoltre, le restrizioni alimentari possono peggiorare il controllo alimentare distorto e contribuire a un ciclo di restrizione e abbuffata*.

2. Dieta restrittiva e rischio di sviluppare disturbi alimentari:

Diverse ricerche hanno evidenziato un’associazione tra diete restrittive e il rischio di sviluppare disturbi alimentari. Ad esempio, l’adozione di diete estremamente basse calorie o diete molto restrittive può aumentare il rischio di sviluppare anoressia nervosa. Le restrizioni alimentari eccessive possono innescare un’iperfocalizzazione sul controllo del cibo, generando comportamenti disfunzionali legati all’alimentazione.*

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3. Effetto dell’eliminazione di gruppi alimentari su disturbi alimentari specifici:

Nel caso di disturbi alimentari specifici, come la celiachia o l’intolleranza al lattosio, l’eliminazione di determinati gruppi alimentari può essere necessaria per motivi di salute. Tuttavia, per le persone con un disturbo alimentare preesistente, l’eliminazione di gruppi alimentari può fornire una scusa o un’alibi per evitare il cibo, amplificando i sintomi del disturbo.*

In altre parole possiamo dire che: 

Le restrizioni alimentari, come diete restrittive o l’eliminazione di gruppi alimentari, possono innescare una serie di reazioni negative nei disturbi alimentari. Ad esempio, possono aumentare l’ossessione per il cibo e provocare episodi di abbuffate. Le restrizioni alimentari possono anche generare sensi di colpa, vergogna e un senso di perdita di controllo intorno all’alimentazione. Questo ciclo di restrizione e abbuffata può perpetuare i sintomi dei disturbi alimentari.

Diversi studi hanno dimostrato un’associazione tra diete restrittive e il rischio di sviluppare disturbi alimentari. Le diete estremamente basse calorie o molto restrittive possono aumentare la vulnerabilità all’anoressia nervosa. Le restrizioni alimentari eccessive possono portare a un’iperfocalizzazione sul controllo del cibo e innescare comportamenti disfunzionali correlati all’alimentazione.

Nel caso di disturbi alimentari specifici, come la celiachia o l’intolleranza al lattosio, l’eliminazione di gruppi alimentari può essere necessaria per motivi di salute. Tuttavia, per le persone con un disturbo alimentare preesistente, l’eliminazione di gruppi alimentari può fornire una scusa o un’alibi per evitare il cibo, amplificando i sintomi del disturbo.

Ricorda che: 

Le restrizioni alimentari possono avere conseguenze negative sui disturbi alimentari, aumentando l’ossessione per il cibo, innescando episodi di abbuffate e amplificando i sintomi del disturbo. È importante sensibilizzare sulle implicazioni di tali restrizioni e fornire un supporto adeguato per promuovere una relazione sana con il cibo e il corpo. Per informazioni più dettagliate o per affrontare specifici problemi di disturbi alimentari, è consigliabile consultare un professionista specializzato nel campo.

Riassunto

Le restrizioni alimentari possono avere un impatto significativo sui disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (BED). Le ricerche scientifiche hanno evidenziato una relazione complessa tra le restrizioni alimentari e l’aggravamento dei sintomi dei disturbi alimentari. Comprendere questo effetto è fondamentale per offrire un supporto adeguato alle persone affette da tali disturbi.

Fonti

* Fonte: Fairburn, C.G., Cooper, Z., Doll, H.A. et al. (2013). Transdiagnostic cognitive-behavioral therapy for patients with eating disorders: A two-site trial with 60-week follow-up. American Journal of Psychiatry, 170(6), 609-617.

* Jacobi, C., Hayward, C., de Zwaan, M., Kraemer, H.C., & Agras, W.S. (2004). Coming to terms with risk factors for eating disorders: Application of risk terminology and suggestions for a general taxonomy. Psychological Bulletin, 130(1), 19-65.

* Surgenor, L.J., Horn, J., Hudson, S.M., & Langdon, B. (2018). Coeliac disease and eating disorders: A systematic review and meta-analysis. Therapeutic Advances in Chronic Disease, 9(11), 211-220.