Resilienza

Posted by Dott.ssa Giulia Ghiotto – Psicologo Neuropsicologo / Psicologia

Si parla spesso di resilienza ma, che cos’è? Il termine resilienza è stato “preso in prestito” dalla metallurgia. Un metallo resiliente è un metallo che resiste alla forze che gli vengono applicate. In psicologia assume un significato molto simile, infatti si è resilienti quando si è capaci di resistere in modo sano ed efficace, agli urti della vita. In termini molto colloquiali potremmo dire che la resilienza è il contrario di fragilità.

Qual è il significato di resilienza?

La resilienza è quindi la capacità di riuscire ad affrontare in modo positivo, eventi traumatici, eventi stressanti e difficoltà, riorganizzando la propria vita senza perdere la propria identità. Si è resilienti quando si diventa capaci di “autoripararsi”, apportando delle modifiche a se stessi, in seguito ad un danno subito. Significa trovare la forza per andare avanti, senza rimanere schiacciati da ciò che è successo.

C’è da fare una distinzione, la capacità di essere resilienti non ha niente a che vedere con l’opporsi. Non sei resiliente nel momento in cui ti opponi a ciò che ti sta accadendo. Sei resiliente quando, nonostante ciò che ti sta accadendo, prosegui la tua vita, costruendola, e dove serve, ricostruendola. Sei resiliente quando resisti alle difficoltà, fronteggiandole positivamente. Ciò non farà di te una persona invincibile o insensibile di fronte alle situazioni. La resilienza è una capacità che va allenata nel tempo ma che ha anche dei limiti umani. Non sarà una formula magica che ti permette di resistere a tutto .

Se sei una persona resiliente non significa che tu non ti senta mai in difficoltà o che non provi mai stress ed emozioni negative. Significa che nonostante la sofferenza, stai trovando il modo di andare avanti e “ricostruirti” positivamente. Significa che hai un adeguato repertorio di risorse per affrontare gli eventi e che riesci ad essere più flessibile e adattabile ( Al Siebert, 2006).

Qual è la differenza tra resistenza e resilienza?

Anche se i due termini possono sembrare molto simili come significato, in realtà non è così. Essere resilienti, come abbiamo visto sopra, è la capacità di reagire agli eventi, mentre essere resistenti, come dice la parola stessa, è la capacità di resistere. Quando resisti agli eventi, stai opponendo una forza uguale e contraria. Attendi che l’evento negativo finisca ma non apporti alcun tipo di cambiamento, né di adattamento. La resistenza è una forma di ostinazione, di accanimento verso il mantenimento di una posizione specifica, anche quando non ti porta alcun beneficio.

Però, se la vivi come un passaggio che viene prima o congiuntamente alla resilienza, ne aumenta, la funzionalità e l’efficacia. Resistere, nella sua accezione più positiva, indica una mente che sopporta, che “tiene duro” e che in seguito, o contemporaneamente, diventa flessibile. Adattando e magari sfruttando al positivo tutta l’energia alla quale stai tentando di resistere.

L’ideale sarebbe sviluppare resistenza per essere tenaci e non mollare e resilienza per affrontare e adattarsi.

Dove nasce il termine resilienza?

La resilienza è un termine già ampiamente utilizzato all’interno di ambiti differenti dalla psicologia. Ad esempio in biologia, esprime la capacità di un sistema, di ritornare ad uno stato di equilibrio dopo che un agente esterno ha agito su di lui. Anche nella metallurgia o più comunemente nell’ambito delle scienze dei materiali, è un termine comunemente usato. La letteratura scientifica inizia ad occuparsene solo a partire dalla seconda metà del 900, grazie alla psicologia umanistica prima e la psicologia positiva poi, ed esse apportano un’importante novità.

Esse introduco delle metodologie per focalizzare l’attenzione, non più sui problemi dell’individuo ma sulle sue risorse per affrontarli. Il primo studio, che per la prima volta si occupa di resilienza, fu quello di Werner e Smith (Werner & Smith, 1992). Da lì. hanno dato il via ad un proliferare di ricerche e studi che tutt’ora proseguono. Infatti, in quegli anni, si è assistito ad un’importante svolta nella visione della cura della persona. Si è passati dal concentrarsi solamente sulla cura della malattia, a porre molta più attenzione alla promozione della salute.

Simbolo della resilienza

resilienza Resilienza

Essere resilienti: cosa significa davvero?

Sul lato pratico essere resilienti significa. che hai sviluppato caratteristiche quali ad esempio, l’ottimismo, l’autostima, l’autoempatia, il problem-solving e strategie di coping. Si tratta quindi di caratteristiche che tutti noi posiamo sviluppare.

Vediamole più nel dettaglio:

Ottimismo: è l’inclinazione ad essere ottimista. Se sei ottimista è probabile che tu interpreti gli eventi negativi e i problemi che ti capitano, come qualcosa di passeggero, mutabile. Un ottimista non pensa che la situazione negativa possa durare per sempre. Ciò non vuol dire sminuire o non prendere seriamente i problemi ma semplicemente ridimensionare l’impatto che la situazione ha su di te.  Ponendo l’attenzione sul fatto che, quasi sempre, c’è del positivo anche nel negativo. Avete presente lo Yin e lo Yang? 

Autoempatia: Ne parlo più approfonditamente in questo articolo Esercitare l’autoempatia. È la capacità di dialogare con se stessi apertamente, in modo da ragionare sugli eventi e prendere la migliore decisione.

Problem-Solving: Letteralmente significa “risoluzione dei problemi”, ed è quella capacità di trovare la miglior risposta possibile ad una determinata situazione difficile o insolitamente nuova.

Strategie di Coping: Sono delle strategie che ognuno di noi possediamo, che vengono messe in pratica per fronteggiare problemi e stress. Va precisato che non sempre queste strategie sono adattive, molto dipende dalla personalità dell’individuo e dall’ambiente sociale in cui si trova.

Metti in pratica: Cosa fare per migliorare la tua abilità 

Innanzi tutto è necessario specificare che, con la forza di volontà puoi fare molto, però se stai vivendo in un contesto relazionale sfavorevole all’evoluzione e al cambiamento, può renderti meno proficui tutti i tuoi sforzi. Infatti, non ricevere un adeguato supporto o delle adeguate linee guida, potrebbe diminuire la probabilità di sviluppare la tua abilità di resilienza.

Però, molto dipende anche da te, dall’idea che tu hai di te stesso e dall’idea che hai del mondo. I punti su cui ti devi concentrare, se vuoi aumentare la tua resilienza, sono:

1. Modifica la concezione che hai di te stesso. Prova a vederti come una persona che è in grado di superare le proprie difficoltà.  Concentrati sul fatto che anche tu, puoi affrontare le situazioni in modo diverso da ora. 

2. Cerca di vedere sempre il lato positivo delle cose che ti accadono. Certo, quando sei di fronte e situazioni molto gravi, vedere il lato positivo non è di certo la priorità. Ma non dimenticare che il sano amore per te stesso, sarà la spinta più forte per riuscire a vedere quanto hai di bello dentro di te e quante cose puoi donare al mondo. Anche quelle che hai appreso dagli eventi che ti sono accaduti.

3. Locus of control interno. Lavora sulla tua convinzione di poter dominare gli eventi che ti accadono. Nel senso, puoi indubbiamente agire sulla tua risposta emotiva, sulle tue reazioni comportarteli e sui Tupi pensieri. Portare il locus del controllo interno, ti aiuterà a non sentirti più in balia delle cose che ti accadono, non ti sentirai più solamente uno spettatore di fronte agli eventi ma sarai attore tu stesso.

Ricorda che, essere resilienti, non è una capacità che solo pochi hanno, non è un dono che ti capita o non ti capita. La capacità di affrontare in modo resiliente gli eventi si può apprendere o migliorare.

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