Quali sono le emozioni?
Posted by Dott.ssa Giulia Ghiotto – Psicologo Neuropsicologo / Psicologia
Siamo portati a pensare che le emozioni siano oggettive e che le proviamo tutti più o meno alla stessa maniera. In realtà esse hanno una notevole varietà personale e si basano sulle esperienze soggettive di ognuno di noi.
Cosa troverai:
Cosa sono le emozioni?
Le emozioni sono “stati affettivi” intensi, di breve durata, che vengono attivati da stimoli esterni o interni. Possono manifestarsi con diverse modalità e sono composte principalmente da 3 componenti principali:
Fisiologica: le emozioni attivano il nostro sistema nervoso centrale e periferico.
Espressiva: attraverso le espressioni del viso, la gestualità, la comunicazione verbale e non verbale.
Comportamentale: la messa in atto di comportamenti e azioni, al fine di raggiungere uno scopo.
La teoria evoluzionistica considera le emozioni come dei processi adattivi, che permettono all’uomo e all’animale di valutare il pericolo o le situazioni in genere, per poter agire di conseguenza, al fine di un miglior adattamento all’ambiente. Questo impulso ad agire, è quello che ci permette di salvarci nelle situazioni di pericolo, di comunicare agli altri la situazione, più in generale si può dire che le emozioni, sono segnali che qualcosa sta succedendo . Provare emozioni è assolutamente fondamentale per la nostra esistenza stessa.
Ad esempio: sarà capitato a tutti di sentire un rumore forte e improvviso e voltarsi verso di esso. Questo perché la nostra emozione della paura, viene attivata e ci porta a guardare quello che è successo, per capire cosa fare e come comportarsi. Il comportamento che ne consegue, anche se perfettamente coerente con l’emozione provata, (ad esempio quando gli animali spaventati dai fari delle macchina si immobilizzano), può essere funzionale o disfunzionale rispetto alla situazione. Continuando l’esempio, se l’animale si immobilizza in mezzo alla strada è perché la paura ha dato il via ad un comportamento, che seppur coerente con l’emozione provata, diventa disfunzionale. In questo caso perché mette a rischio la propria vita.
Quali sono le emozioni
La sfera affettiva umana è estremamente varia, conoscere quali sono le emozioni ti permetterà di comprendere meglio la gamma della tua sfera affettiva. Nella letteratura psicologica si è soliti parlare di 6 tipi di emozioni di base: paura, rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa e gioia. Avete presente il film della Pixar Inside Out? Il film è una simpatica e chiara dimostrazione delle nostre emozioni di base. Potremmo dire che queste sono le “emozioni di partenza”, dalla loro combinazione è possibile ottenerne un numero enorme di emozioni complesse, che possono essere raggruppare in:
Emozioni positive: speranza, gratitudine, godimento, amore, sollievo, etc.
Emozioni negative: tristezza, malinconia, amarezza, angoscia, etc.
Emozioni ambivalenti: nostalgia, coraggio, pazienza, timidezza, ribellione, etc.
Sembra difficile imparare a destreggiarsi tra le varie emozioni e imparare a capirle e riconoscerle. Un suggerimento è di iniziare a conoscere le 27 emozioni che sono state mappate da uno studio, condotto da Alan Cowen e Dacher Keltner, della University of California, pubblicati su Pnas, dove ha evidenziato che le emozioni sono:
- Ammirazione
- Rabbia
- Apprezzamento estetico
- Divertimento
- Ansia
- Soggezione
- Imbarazzo
- Noia
- Calma
- Confusione
- Voglia
- Disgusto
- Dolore empatico
- Estasi
- Invidia
- Eccitazione
- Paura
- Orrore
- Interesse
- Gioia
- Nostalgia
- Romanticismo
- Tristezza
- Soddisfazione
- Desiderio sessuale
- Simpatia
- Trionfo
Indubbiamente tutte le emozioni sono stati d’animo completamente soggettivi e che possono assumere diverse sfumature in ognuno di noi.
Emozioni problematiche
Quando un’emozione diventa problematica? Quando ti crea un disagio nel momento in cui la stai provando. Il disagio emotivo è una delle prima cause di richiesta di aiuto in ambito psicologico. La sofferenza emotiva può arrivare anche ad invalidarti fortemente ed essere un’ostacolo nel tuo normale svolgimento della vita quotidiana . Spesso infatti le emozioni che diventano preponderanti durante la giornata, portano con sé un bagaglio di pensieri intrusivi, come ad esempio il rimugino o la ruminazione, che possono causare perdita di energia, di concentrazione e di motivazione. Anche l’ansia, come abbiamo già visto nell’articolo Ansia perché c’è e come gestirla , è un’emozione che può crearti non pochi fastidi.
Infatti quando provi ansia, tendi a valutare una situazione eccessivamente pericolosa o danneggiate per te stesso e ciò ti può portare a prendere delle decisioni sbagliate. Anche la timidezza, ossia l’incapacità di rispondere in modo adeguato alle situazioni sociali, può comportare una serie di barrire personali, sociali e professionali, che possono diventare invalidanti. Oppure un eccessivo senso di vergogna. Provare troppa vergogna rispetto alla situazione che stai vivendo, può compromettere le tue competenze sociali e portarti ad una errata valutazione di te stesso, creando un’idea di inadeguatezza generale.
Questi sono solamente alcuni esempi, di come alcune emozioni possono essere provate con eccessiva enfasi. Abbiamo visto come il loro eccesso possa portare a dei limiti autoimposti e rivelarsi disattivi per il tuo benessere. Se riconosci di provare questo genere di sensazioni, è necessario che tu apprendere alcune modalità per la riduzione del carico emotivo.
L’abilità, o meglio la competenza, di regolazione emotiva generalmente viene acquisita nell’infanzia, ma molto spesso questo processo non avviene o avviene in modo inadeguato o incompleto. Se il genitore non insegna adeguatamente l’autoregolazione emotiva al bambino, esso contribuirà ad avere un adulto incapace di costruire sufficienti strumenti per fronteggiare gli stati interni. Si avrà un adulto emotivamente disorganizzato con conseguenze che possono ricadere su se stesso e sulle persone che lo circondano.
La regolazione emotiva
La regolazione delle emozioni, quindi, è un’abilità complessa, che permette di modulare gli stati emotivi in maniera adattiva. Come abbiamo detto, un bambino che cresce in un ambiente disfunzionale, dove il genitore non è adeguatamente supportivo, può generare processi di soppressione e inibizione delle emozioni stesse. Il bambino cresciuto in una situazione invalidante, potrebbe vivere le attivazioni emotive come sbagliate o esagerate. Il classico esempio di quando un bambino maschio piange e gli viene detto di non “piagnucolare come una femminuccia”.
Oltre a tutte le conseguenze generate dagli stereotipi di genere, il bambino capirà come il provare certe emozioni sia sbagliato, ricavandone che lui stesso è sbagliato, se prova quella gamma di emozioni e le combatterà per tutta la vita. Questo comportamento potrebbe portare a due conseguenze: la prima è l’inibizione emotiva. Tale inibizione ostacola in lui la capacità di identificare ed esprimere le proprie emozion i. La seconda è la disregolazione emotiva, ossia l’incapacità di regolare e organizzare l’esperienza emotiva e le risposte comportamentali. Le emozioni quindi vengono vissute in modo eccessivo, con livelli di attivazione elevati, ben al di sopra dei limiti di “tolleranza”.
Intervenire è importante, studi dimostrano che la psicoterapia cognitivo-comportamentale ha portato notevoli benefici.
Metti in pratica
Le regolazione emotiva è un costrutto che riguarda la consapevolezza, la comprensione e l’accettazione delle proprie emozioni. Riguarda l’abilità di controllare gli impulsi e i picchi emotivi. È la capacità di mettere in atto comportamenti efficaci e strategie appropriate per modulare l’intensità e la durata delle risposte emotive.
Alcune strategie che puoi mettere in pratica sono le seguenti:
Accettazione: accetta il fatto che puoi sperimentare emozioni sia positive che negative.
Consapevolezza: sii consapevole che le emozioni si manifestano anche a livello corporeo, come battiti cardiaci accelerati, sudore, mal di pancia, etc.
Disponibilità: sii disponibile a rivedere la tua analisi della situazione scatenante.
Affronta: affronta l’emozione a mente lucida, non cercare di sopprimerla o evitarla.
Ripensa: ripensa all’accaduto ma non rimuginare. Ripetersi continuamente ciò che è accaduto o ciò che avrebbe potuto succedere non serve.
Problem-solving: se la situazione emotiva è toppo stressante, cerca di trovare nuove soluzioni.
Concludendo è bene ricordare che alcune strategie possono rivelarsi più adattive di altre. Molto dipende dal contesto e dalle tue caratteristiche.