Mi occupo di: 

Sostegno Psicologico

Il Sostegno Psicologico è un’attività volta a fornire supporto a individui che, pur essendo in grado di attingere alle proprie risorse interiori, si sono trovati bloccati nell’usarle in situazioni di vita specifiche. È rivolto a chi sta affrontando sfide emozionali, incertezza, perplessità e disorientamento. Ciascuno di noi può attraversare fasi di particolare sfida che ci mettono in una situazione critica, come l’avvio di una nuova occupazione, un licenziamento, un insuccesso, il matrimonio, l’arrivo di un figlio, una separazione o la diagnosi di una grave malattia.

Puoi richiedere un percorso psicologico durante queste fasi di transizione, che rappresentano cambiamenti rilevanti nella nostra vita, possiamo percepire una sensazione di incapacità e l’ostacolo può sembrare insuperabile, forse a causa di affaticamento o perché diverse difficoltà emergono contemporaneamente.

Il sostegno psicologico mira a gestire queste difficoltà ed è orientato a definire e analizzare la situazione, individuare e sviluppare le competenze per risolverle. Sottolineare le strategie già presenti nella persona ma che spesso non riesce a impiegare autonomamente.

Nel mio lavoro pongo particolare attenzione ai seguenti ambiti di intervento:

> Disturbi del tono dell’umore (cali d’umore, visiona negativa del presente, perdita degli affetti, ecc)

> Gestione delle emozioni (rabbia, invidia, svalutazione di sé, ecc)

> Difficoltà legate alle relazioni interpersonali (famiglia, colleghi, partner, ecc)

> Difficoltà nel pensiero critico (prendere decisioni, fare delle scelte, vedere le cose da un’altra prospettiva, ecc)

> Intervento nei problemi legati alla comunicazione (implementazione della comunicazione assertiva, ecc)

Valutazione e Riabilitazione Neuropsicologica

La neuropsicologia esplora l’interazione complessa tra processi mentali e il funzionamento del cervello. Si concentra sullo studio di come lesioni cerebrali, disfunzioni o alterazioni neurali possano influenzare direttamente i processi cognitivi, emotivi e comportamentali di un individuo.


Come Neuropsicologo mi occupo di:

> Valutazione neuropsicologica: effettuo una valutazione completa delle funzioni cognitive di una persona per identificare eventuali deficit o disfunzioni. Questa valutazione coinvolge una serie di test e strumenti specifici per misurare le funzioni cognitive come memoria, attenzione, linguaggio, percezione e capacità decisionali.

> Diagnosi e formulazione di piani di trattamento: Una volta completata la valutazione, utilizzo i risultati per formulare una diagnosi accurata e sviluppare un piano di trattamento personalizzato. Questo piano può includere strategie di riabilitazione cognitive o interventi specifici per migliorare le abilità compromesse.

> Monitoraggio e follow-up: seguo i progressi del paziente nel tempo, adattando il piano di trattamento secondo le necessità individuali. Il monitoraggio è essenziale per valutare l’efficacia delle strategie adottate e apportare eventuali modifiche al percorso terapeutico.

> Collaborazione con altri professionisti: lavoro spesso in team multidisciplinari, collaborando con altri professionisti della salute come medici, terapisti e assistenti sociali per fornire un supporto completo e integrato al paziente.

Dove applico la Valutazione e la Riabilitazione Neuropsicologica

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Il primo obiettivo della valutazione neuropsicologica a fini diagnostici è quello di giungere a distinguere le modificazioni cognitive compatibili con l’invecchiamento normale da un declino cognitivo patologico.

Il secondo obiettivo (quando viene accertata la presenza di un declino cognitivo patologico) è quello di contribuire alla diagnosi differenziale tra le diverse forme di demenza (malattia di Alzheimer, demenza vascolare, demenza frontotemporale, ecc.) e per tale motivo sarà indispensabile eseguire una valutazione approfondita.

La valutazione neuropsicologica di soggetti con sospetto declino cognitivo deve esaminare i principali domini cognitivi quali: attenzione (selettiva, divisa e sostenuta), funzioni esecutive (pianificazione, memoria di lavoro, flessibilità mentale, inibizione, giudizio critico), memoria (a breve e a lungo termine sia verbale che spaziale, memoria semantica), linguaggio (espressivo e ricettivo), abilità percettivo-motoria (abilità prassiche e prassico-costruttive, visuo-percettive), cognizione sociale (teoria della mente).

I sopravvissuti a un trauma cranico possono riportare deficit neurologici e neuropsicologici. La fisiopatologia di tali traumi è spesso complessa. Le lesioni cerebrali traumatiche (TBI – Traumatic Brain Injury) sono un problema sanitario rilevante nei Paesi industrializzati, dal momento che rappresentano la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e tumorali.

In fase subacuta, quando le condizioni cliniche lo permettono, lo psicologo con formazione neuropsicologica effettua una fase di assessment neuropsicologico. Tramite colloquio clinico e valutazione testistica delle funzioni cognitive, lo psicologo indaga i seguenti aspetti: consapevolezza di malattia; orientamento personale, spaziale e temporale; presenza di deficit attentivi e/o mnesici; presenza di deficit delle capacità logiche; presenza di eventuali deficit sensoriali (visivi, uditivi, etc); stato emotivo e aspetti comportamentali; presenza di confabulazioni o deliri strutturati; presenza di supporto familiare. Va posta attenzione su tutti gli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali connessi alla sindrome frontale, frequente nei pazienti con TBI.

Al termine della valutazione testistica lo psicologo fornisce al paziente alcuni feedback circa l’esito delle prove neuropsicologiche.

I disturbi cognitivi vascolari maggiori non includono più soltanto gli infarti multipli corticali e sottocorticali, ma anche le lesioni della sostanza bianca, le micro- e le macroemorragie e le ipoperfusioni come possibili cause di demenza. Una lesione vascolare focale singola in una regione strategica per la cognizione può anch’essa generare disturbi cognitivi maggiori.

Il profilo neuropsicologico di questi pazienti non è limitato a una lesione di tipo sottocorticofrontale; esso associa una vasta gamma di disturbi cognitivi. Dipende dal numero e dalla sede delle lesioni, ma anche dalla presenza di una patologia associata.

I disturbi cognitivi vascolari maggiori sono considerati la seconda causa di demenza dopo la malattia di Alzheimer.

I tumori del sistema nervoso centrale rappresentano una classe di patologie molto vasta, la valutazione neuropsicologica deve essere innanzitutto condotta in una fase preoperatoria, quindi dobbiamo valutare il paziente sotto il profilo cognitivo e comportamentale.

In questa fase si utilizzeranno dei test neuropsicologici standardizzati e lo scopo è avere una immagine complessiva, soprattutto oggettiva delle difficoltà mostrate dal paziente: valuteremo l’effetto della lesione e servirà per predire e per valutare il rischio di deficit post-operatorio.

Questa valutazione servirà, quindi verrà ripetuta dopo l’intervento per valutare e per avere quindi un confronto con il basale. È importante perché i deficit postoperatori possono essere frequenti, più della metà dei pazienti può avere un deficit cognitivo nuovo post-operatorio, ma nella maggior parte dei casi questi possono essere di disturbi soltanto transitori, che recuperano e in alcuni casi spontaneamente e in altri a seguire di trattamento riabilitativo nei mesi successivi.

Neurofeedback e Biofeedback

Il Neurofeedback è uno strumento per mezzo del quale un individuo impara a modificare l’ampiezza, la frequenza e la coerenza degli aspetti elettrofisiologici del proprio cervello. Attraverso il Neurofeedback, che permette la visualizzazione in tempo reale della propria attività elettroencefalografica, il cervello è educato a produrre onde cerebrali in specifiche ampiezze e in specifiche posizioni: fornendo un feedback immediato riguardo al proprio funzionamento, egli diventa capace di rieducare se stesso, fino a raggiungere il pattern di attività desiderato.

Il Biofeedback è una tecnica di adattamento vero e proprio che si basa sui seguenti presupposti:

– ogni cambiamento psicologico influenza l’attività fisiologica e viceversa;

– le persone possono sviluppare significative abilità di regolazione se viene loro fornito un feedback accurato imparando a regolare spontaneamente i segnali fisiologici provenienti dal proprio corpo: respiro, attività muscolare, temperatura corporea, conduttanza cutanea;

– la salute e la prestazione in genere, e nello sport in particolare, sono correlate/influenzate e associate a specifici stati psicofisiologici;

– attraverso l’autoregolazione fisiologica si può migliorare la salute e la performance e la gestione delle emozioni.

Quindi il Biofeedback può essere definito come un processo che permette di apprendere e modificare la propria fisiologia al fine di migliorare la propria salute e la propria performance

Applicazioni cliniche del Neurofeedback e Biofeedback, che effettuo: 

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Il Biofeedback e il Neurofeedback sono metodi d’intervento non-farmacologici e scientificamente validati in grado di risolvere il problema dell’ansia patologica, degli attacchi di panico e delle sue innumerevoli manifestazioni psicosomatiche (aritmie, ipertensione, disturbi gastro-intestinali, dolori cronici, cefalee, ecc.) alla radice, in tempi brevi (8-10 sedute), andando ad agire sui meccanismi neurofisiologici alterati responsabili degli stati ansiosi, in modo sicuro, indolore, non invasivo, non-farmacologico e, soprattutto, duraturo.

Il Biofeedback  e il Neurofeedback sono trattamenti/training mediante i quali l’individuo con ansia patologica apprende a controllare, ridurre e normalizzare volontariamente i livelli d’attivazione dei sistemi neurofisiologici dell’ansia su citati (sistema nervoso simpatico, parasimpatico, circuito neuronale della paura, ecc.) attraverso il controllo delle funzioni fisiologiche controllate da tali strutture nervose.

Lo stress è una reazione di adattamento fisiologica del nostro corpo a qualsiasi cambiamento fisico o psichico (sia positivo che negativo), che colpisce il nostro organismo; esso favorisce l’adattamento dell’organismo agli eventi improvvisi ed è fondamentale per la nostra sopravvivenza.

Interventi efficaci per un’adeguata gestione dello stress sono i training di rilassamento, che mirano all’apprendimento di tecniche per il raggiungimento di un profondo e consapevole rilassamento durante il quale i nostri organi vitali si rilassano a fondo, ma anche e soprattutto la nostra mente rallenta i suoi processi.

Tra queste tecniche, il Biofeedback risulta efficace nel 90-95% dei casi. Esso è mirato a modificare le reazioni abituali allo stress che causano sofferenza e dolore. Le tecniche più utilizzate sono il Biofeedback termico, il Biofeedback elettromiografico e il Biofeedback della variabilità cardiaca: il feedback sulle risposte fisiologiche del nostro organismo, come la temperatura cutanea, la tensione muscolare, o la variabilità cardiaca forniscono informazioni che aiutano il soggetto a rendersi conto del proprio stato di rilassamento.

Il dolore è una sensazione soggettiva che può essere influenzata da fattori sensoriali, affettivi e cognitivi. lI dolore cronico può avere un impatto diffuso sulla funzione cerebrale complessiva, e sia i fattori cognitivi che psicologici svolgono un ruolo chiave nello sviluppo e nella gestione del dolore. I pazienti con dolore a lungo termine presentano spesso menomazioni strutturali ed emotive associate a regioni corticali del cervello che sono collegate non solo al dolore stesso, ma anche alle molte comorbidità che spesso si sviluppano in associazione con il dolore cronico: depressione, ansia e disturbi del sonno, per esempio.

I pazienti con dolore cronico possono richiedere un trattamento farmacologico a lungo termine; ciò comporta una serie di inconvenienti dovuti principalmente agli effetti collaterali indesiderati che spesso insorgono con l’uso continuato di farmaci analgesici.

Il neurofeedback può avere un’influenza diretta sull’elaborazione del dolore. Apprendendo l’autoregolazione delle funzioni cerebrali, un paziente può modificare l’attività elettrica delle aree del cervello coinvolte nell’elaborazione del dolore, nella percezione del dolore o nella memoria del dolore.

Ciò consente, ad esempio, la riduzione o addirittura l’eliminazione del dolore, insieme a molte delle sue comorbilità, tra cui depressione e ansia.

Per gli sportivi: per migliorare il rapporto mente/corpo, per la salute dell’atleta per migliorare la sua performance imparando a gestire meglio lo stress, attraverso l’autoregolazione del sistema nervoso AUTONOMO (simpatico-parasimpatico), per ridurre i dolori muscolari e le contratture. Lavorando in sinergia con i fisioterapisti e i preparatori tecnici.

Per il lavoro: Le ricerche mirate all’aumento delle performance hanno lo scopo di far raggiungere al soggetto il controllo dell’arousal, dell’attenzione, della concentrazione e della motivazione, e di migliorare le funzioni cognitive quali la memoria, la capacità di pianificare, le strategie di problem solving, la flessibilità cognitiva, il linguaggio e la percezione, ottimizzando la capacità di cambiare stato a proprio piacimento.

Per lo studente: Con il neurofeedback si puo’ esercitare la regolazione di quelle funzioni che sono necessarie per i processi di apprendimento. Come già osservato la procedura è molto semplice: uno o due elettrodi vengono fissati tramite un’apposita pasta sul cuoio capelluto. Attraverso un amplificatore, gli impulsi provenienti dal cervello (onde elettromagnetiche) vengono monitorati e trasferiti ad un computer. Cambiamenti della frequenza delle onde elettromagnetiche si riferiscono ad una diversa attività cerebrale. Il grado di attenzione dello studente modifica quello che appare sullo schermo. Attraverso la concentrazione lo studente  è in grado di far funzionare e controllare il gioco. Quando il livello di concentrazione diminuisce (distrazione) cambiano i colori e le forme che appaiono sullo schermo, così che lo studente capisce subito di non essere più concentrato.

Ricerca

Oltre alla mia pratica clinica, mi impegno attivamente nella ricerca in ambito comportamentale. Attraverso l’analisi scientifica della letteratura e la sperimentazione sul campo, svolgo ricerche in team o in autonomia.

Ricerche precedenti:

Mindest del Cliente. Presentata presso Shopper Brain Conference. Amsterdam.

•  Community pharmacist- and psychologist-led program of neuropsychological screening in the aftermath of the COVID-19 pandemic: A cross-sectional survey. ANPIF. Associazioni Nazionale Psicologi in Farmacia

Ricerca attuale:

• Analisi delle tecniche di interrogatorio. Behavior Analysis Team

La passione che nutro per la ricerca mi motiva a contribuire alla comprensione più ampia delle connessioni tra mente e comportamento umano. Il mio obiettivo è contribuire all’espansione delle conoscenze in questo campo in continua evoluzione, al fine di migliorare la vita delle persone e promuovere una comprensione più profonda del nostro intricato mondo mentale.

Consulenza psicologica gratuita

La Consulenza Psicologica si riferisce al servizio offerto dagli Psicologi per aiutare coloro che necessitano di comprendere meglio la natura dei loro problemi e trovare una direzione per risolverli.

Durante la consulenza, verranno raccolti gli elementi essenziali per valutare la situazione e lo stato psicologico della persona. Se possibile, verranno esplorate prime soluzioni insieme. Inoltre, se opportuno, verrà proposto un percorso terapeutico con obiettivi condivisi e chiari. Saranno definiti limiti temporali entro cui raggiungere questi obiettivi.


La Consulenza Psicologica costituisce un momento cruciale, poiché consente alla persona di valutare se lo Psicologo con cui sta interagendo sia la scelta giusta per avviare un rapporto basato su empatia e fiducia. Questi sono i fondamenti per avviare il processo di cambiamento che porterà alla risoluzione dei problemi.

La Consulenza Psicologica gratuita consiste in un primo incontro conoscitivo, della durata di circa 40 minuti, senza alcun obbligo o costo. Questo incontro serve a definire insieme le necessità di aiuto della persona e a valutare la possibilità di intraprendere un percorso terapeutico.

Per accedere alla consulenza psicologica gratuita, è necessario compilare il modulo sottostante. Riceverete un contatto al più presto per concordare data e ora dell’appuntamento.

In caso di impossibilità a partecipare, è importante comunicare almeno 24 ore prima dell’appuntamento. In caso contrario, verrà addebitato l’intero costo di una seduta.

Se hai il sospetto di avere una difficoltà cognitive o stai affrontando un momento difficile, sono qui per aiutarti a superare queste sfide. 

Non esitare a contattarmi per intraprendere il percorso verso una relazione sana e positiva con la tua mente.

Scrivimi al numero 346/8703330