Afasia
Posted by Dott.ssa Giulia Ghiotto – Psicologo Neuropsicologo / Neuropsicologia
L’afasia è la perdita della capacità di produrre o comprendere il linguaggio, generalmente causata da lesioni alle aree del cervello, che sono deputate alla sua elaborazione. L’afasia può essere caratterizzata sia da un’alterazione della comprensione o dell’espressione delle parole, sia degli equivalenti non verbali delle parole.
Che cos’è l’afasia?
L’afasia è un disturbo acquisito del linguaggio che ne compromette l’uso quotidiano. Si definisce “acquisito” in quanto consegue alla perdita di una funzione precedentemente appresa . Può presentarsi come difetti nella capacità nel linguaggio spontaneo o nella capacità di ripetere parole. Un paziente afasico può non essere in grado di esprimersi e comunicare le sue intenzione, altre volte riesce a comunicare in modo scoordinato e con molta difficoltà. A seconda del tipo di afasia di cui il paziente è affetto, può non capire quello che gli viene detto, può non essere in grado di leggere e scrivere e a volte, può colpire anche la capacità di fare calcoli. Questo perchè la scrittura e le capacità aritmetiche sono connesse con le funzioni del linguaggio.
In Italia è stato calcolato che sono circa 200.000 le persone che soffrono di afasia con un’incidenza annua di 2 nuovi casi per 1.000 abitanti per anno. Solitamente deriva da disturbi che non causano un danno progressivo, può presentarsi in seguito ad ictus, o traumi cranici o come conseguenza dell’encefalite. Più raramente può esser causata da malattie degenerative progressive come il tumore al cervello espansivo o la demenza. Nel primo caso l’afasia non peggiore nel tempo, nel secondo caso, si verificherà un progressivo peggioramento dei sintomi. È importante ricordare che l’afasia è differente dai disturbi evolutivi del linguaggio e, anche se possono avere sintomi molto simili, è diversa dalla disartria (vedi più avanti), la quale è un’alterazione delle vie motorie e dei muscoli che producono il linguaggio.
Quanti tipi di afasia ci sono?
Come abbiamo visto poco fa, le afasie possono essere diverse in base al tipo e luogo della lesione cerebrale. Seguendo una classificazione tipo ‘sindromico’ possiamo elencare alcuni tipi di afasia:
(l’elenco non è esaustivo)
Afasia di Broca o Espressiva: (non fluente) è principalmente compromessa la capacità di produrre parole isolate e frasi, mentre la comprensione è più conservata. Sono in grado di comprendere e concettualizzare relativamente bene, in genere è alterata l’espressione verbale e scritta (agrafia non fluente, disgrafia) del linguaggio. Spesso si associa ad un danno nell’area frontale dell’emisfero sinistro, all’altezza della terza circonvoluzione. L’afasia di Broca può comprendere alterazioni della prosodia e della ripetizione, oltre all’anomia, anche la scrittura risulta compromessa.
Afasia di Wernicke o Recettiva: (fluente) in questa tipologia, al contrario della precedente, è principalmente compromessa la comprensione del linguaggio sia uditiva che scritta. Infatti, i pazienti con afasia di Wernicke pronunciano fluentemente le parole normali, sebbene spesso le parole includano fonemi che le rendono prive di senso, ma non ne riconoscono il significato In questo tipo di afasia il paziente non è in grado di comprendere le parole e le frasi, anche se riesce ad esprimersi, la produzione di parole è caratterizzata dai cosiddetti ‘neologismi”. Il risultato è un’accozzaglia di parole o “insalata di parole”. I pazienti sono tipicamente inconsapevoli del fatto che il loro linguaggio risulti incomprensibile agli altri,
L’ afasia di Wernicke si verifica quando il danno è presente nell’area temporale dell’emisfero sinistro., di conseguenza un restringimento del campo visivo di destra accompagna frequentemente l’afasia di Wernicke, poiché le vie visive decorrono in prossimità dell’area affetta.
Afasia Globale: è la forma più grave, nella quale sono compromesse sia la produzione delle parole, l’elaborazione sia la comprensione . Generalmente è causata da ampie lesioni dell’emisfero sinistro e delle strutture profonde sottostanti;
Afasie progressive: questo tipo di afasia esordisce lentamente, spesso costituisce la prima manifestazione della demenza. Il paziente inizia manifestando una sempre maggiore difficoltà a non trovare le parole giuste da inserire nelle conversazioni, diventa anomico (non ricorda le parole) e si inseriscono nelle frasi delle parole passepartout, con riferimenti scarsi e poco incisivi, fino a perdere piano piano la capacità di comunicare.
“A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni.”. – ALESSANDRO BARICCO –
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Qual è la differenza con la disartria
Spesso afasia e disartria vengono confuse. In realtà sono due disturbi differenti, anche se entrambi coinvolgono il linguaggio. Se l’afasia è una perdita della capacità di produrre o comprendere un linguaggio, causata da un danno cerebrale, la disartria è un disturbo di pronuncia delle parole. Anch’essa può essere dovuto ad un danno cerebrale ma nella fattispecie della disastia, il danno riguarda la parte neuromotoria del linguaggio. Questo fenomeno è dovuto alla lesione delle vie nervose che conducono ai muscoli deputati alla fonazione ed all’articolazione della parola (nervo trigemino, nervo ipoglosso, nervo facciale, nervo glossofaringeo). Alcune ricerche dicono hanno dimostrato che può anche essere indotta da farmaci, ad esempio gli antipsicotici, alcool o droghe come cannabis, o allucinogeni.
In alcuni casi può essere uno dei sintomi di alcune malattie tra cui la malattia di Parkinson e la paralisi sopranucleare progressiva.
I soggetti affetti da disartria, sanno cosa vogliono dire ma lo dicono male, impedendo a chi li ascolta di capire, ma non vi sono da parte loro problemi a capire cosa viene loro detto.
Come si diagnostica?
Il primo approccio alla diagnosi di afasia avviene tipicamente grazie al colloquio clinico con il paziente. Al primo impatto, l’afasia di Wernicke può essere scambiata per delirium, lo specialista deve cercare di differenziare le afasie da altri problemi di comunicazione, che derivino da disartria grave o da problemi di udito o visivi.
Generalmente l’esame comprendere diverse fasi e passaggi, tra cui:
Esame internistico e neurologico
Esame otorinolaringoiatria)
TAC e/o RM transcranica
Questi esami sono necessari al fine di caratterizzare il tipo e il luogo della lesione. Ulteriori test vengono eseguiti per determinare l’eziologia della lesione.
Grazie ai test neuropsicologici formali, somministrati da un neuropsicologo, è possibile evidenziare gradi di disfunzione più sfumati e aiutare nel pianificare il trattamento e nel valutare il potenziale recupero.
Ad esempio i test al letto del paziente, servono per identificare alcuni deficit specifici e comprendono valutazione dei seguenti elementi:
Linguaggio spontaneo: l’eloquio viene valutato rispetto a fluenza, numero di parole pronunciate, capacità di iniziare l’eloquio, presenza di errori spontanei, pause dovute alla ricerca delle parole, esitazioni e prosodia.
Denominazione: ai pazienti viene chiesto di denominare gli oggetti. Coloro che hanno difficoltà di denominazione spesso usano circonlocuzioni (p. es., “quello che si utilizza per contare il tempo” per “orologio”).
Ripetizione: ai pazienti viene chiesto di ripetere frasi grammaticalmente complesse (p. es., “senza se e senza ma”).
Comprensione: ai pazienti viene chiesto di indicare gli oggetti nominati dallo specialista, eseguire comandi singoli e comandi a più passaggi, e rispondere a quesiti semplici e complessi che richiedano una risposta tipo “si” o “no”. Lettura e scrittura: ai pazienti viene chiesto di scrivere spontaneamente e leggere ad alta voce. Sono inoltre valutati comprensione della lettura, ortografia e scrittura sotto dettatura.
Attenzione: dato che l’afasia è spesso il sintomo di un disturbo grave, nel caso in cui compaiano improvvisamente difficoltà di parlare, ricordare le parole, leggere, scrivere o capire i discorsi è importante rivolgersi il prima possibile a un medico.
Prognosi dell’afasia
Il trattamento di alcune lesioni può essere molto efficace, l’approccio migliore è di tipo multidisciplinare: neurologo, neuropsicologo, logopedista, etc. Attualmente l’efficacia del trattamento dell’afasia in sé non è ben definita ma la maggior parte delle ricerche in questo ambito hanno dimostrato che il trattamento da parte di terapisti qualificati, sia d’aiuto e che i pazienti trattati subito dopo l’esordio migliorino maggiormente.
Il recupero è influenzato dalle seguenti condizioni:
Occorre ricordare che un fattore determinante per il recupero del linguaggio, è la volontà e la determinazione paziente e il supporto della famiglia. È importante che i famigliari gli amici dovranno avere un atteggiamento sereno e accogliente, in quanto la terapia può durare a lungo, anche diversi anni e spesso il recupero non è completo.
I bambini con meno di 8 anni riacquistano spesso le funzioni linguistiche dopo gravi lesioni di uno dei due emisferi cerebrali. Dopo quest’età, la maggior parte del recupero si verifica entro i primi 3 mesi, ma il miglioramento continua in misura variabile fino a 1 anno.
Nel caso in cui i pazienti non riescano a recuperare le competenze linguistiche fondamentali, esistono alcuni dispositivi di comunicazione aumentata (vedi immagine) con i quali il paziente riesce a comunicare con l’ambiente.