Funzioni esecutive

Posted by Dott.ssa Giulia Ghiotto – Psicologo Neuropsicologo / Neuropsicologia

L’impiego delle funzioni esecutive è indispensabile in tutti i tipi di problem solving ma anche nell’acquisizione delle abilità sociali. Usando la definizione di Stuss & Benson (1986), le funzioni esecutive si riferiscono alle capacità cognitive coinvolte nell’iniziazione, pianificazione, organizzazione e regolamentazione dei comportamenti. 

Che cosa sono?

Nella vita di tutti i giorni ci troviamo di fronte a una varietà di situazioni che richiedono l’utilizzo di processi cognitivi differenti, quali riconoscere e merorizzare stimoli, comprendere e produrre enunciati, risolvere problemi. Nelle ultime decadi, la psicologia cognitiva e la neuropsicologia hanno fatto passi in avanti considerevoli nella descrizione di questi processi e di come possono essere perturbati in seguito a una lesione del sistema nervoso centrale. Tuttavia, è chiaro che il nostro adattamento all’ambiente non si limita a percepire, leggere. parlare ecc.

Un aspetto fondamentale della vita mentale è rappresentato dall’esigenza di modulare continuamente l’uso di queste risorse cognitive alle necessità contingenti in funzione dei nostri obiettivi e scopi.

È a questo tipo di problematica che ci si riferisce con l’espressione “funzioni esecutive”.

Secondo Burgess, le funzioni esecutive rappresentano le «abilità che permettono a una persona di stabilire nuovi pattern di comportamento e modi di pensare e di avere un introspezione su di essi. Ciò è importante in tutte le situazioni che non possono essere affrontate in base a schemi già appresi dall’ individuo. Questa caratterizzazione sottolinea la loro funzione di controllo su altri processi cognitivi e indica che, piuttosto che rappresentare operazioni cognitive distinte (come la memoria o l’apprendimento), le funzioni esecutive controllano lo svolgersi di questi processi.

In altre parole sono necessarie per:

  • Affrontare compii nuovi che richiedono di formulare un piano tra diversi tipi di comportamento
  • Per ristrutturare interpretazione del passato, e tentare un controllo attivo del futuro
  • Per iniziare nuove sequenze di comportamento
  • Impedire risposte comportamentali inappropriate
  • Gestire l’attenzione e la sincronizzazione delle prestazioni
  • Monitorare le prestazioni per cogliere e correggere gli errori
  • Per l’attenzione sostenuta

Lobi frontali

Che cosa può danneggiarle

Tutte le funzioni umane subiscono cambiamenti nel corso della vita e la loro evoluzione segue di pari passo lo sviluppo delle strutture anatomiche a esse correlate. Per quanto riguarda le abilità cognitive, è noto che le funzioni esecutive raggiungono il massimo dello sviluppo non prima dei 16 anni e il loro decadimento appare precocemente rilevato già intorno ai 5o anni. Tale stato dei fatti sembra dipendere sia dal progressivo deterioramento delle strutture corticali coinvolte nei processi esecutivi, sia dal decadimento di altri domini cognitivi che a loro volta possono influenzare il funzionamento esecutivo stesso.

Il modo in cui la perdita del funzionamento esecutivo influisce sulla vita quotidiana degli anziani è una materia particolarmente interessante se si pensa che oggigiorno esiste un’aspettativa di vita più lunga del passato con un conseguente invecchiamento della popolazione.

In generale le tipologie e cause delle lesioni celebrali possono suddividersi in due grandi categorie:

1- Lesione cerebrale traumatica

Un trauma cranico, è un qualsiasi tipo di danno fisico improvviso al cervello. Può essere arrecata in diversi modi e può provocare due tipi di lesioni: lesioni chiuse e lesioni aperte.

Una lesione chiusa alla testa si verifica quando il capo, urta violentemente contro un oggetto, per esempio in seguito ad una caduta o ad un infortunio sportivo, spesso causato da un incidente automobilistico. Il secondo tipo di lesione cerebrale traumatica è il tipo di lesione (lesione aperta) è provocata da un oggetto che perfora il cranio andando a danneggiare il cervello, come una ferita da sparo.

2- Lesione cerebrale non traumatica

La lesione cerebrale di tipo non traumatica è una lesione provocata da una malattia che ha effetti neurodegenerativi, o dagli effetti negativi dell’abuso di sostanze. Ad esempio, condizioni quali ictus, tumori al cervello, mancanza di ossigeno, emorragia cerebrale, encefalite, sono malattie che possono provocare danni molto importanti a livello della salute cerebrale. Anche le sindromi da. avvelenamento, da abuso di alcol o sostanze, solo per citare alcune, sono delle possibili cause di lesioni che possono creare difficoltà a livello delle funzioni esecutive.

“Aspettare è doloroso. Dimenticare è doloroso. Ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze.” – PAULO COELHO –

Il caso di Phineas Gage

Phineas P. Gage è stato un operaio statunitense addetto alla costruzione di ferrovie, in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto nel pomeriggio del 13 settembre 1848, il ferro di pigiatura che Gage stava usando per compattarla schizzò in aria attraversando la parte anteriore del suo cranio, provocando un grave trauma cranico che interessò i lobi frontali del cervello.

L’asta gli distrusse gran parte del lobo frontale sinistro del cervello e questo ebbe effetti sulla sua personalità e sul suo comportamento nei suoi restanti dodici anni di vita, al punto che i suoi stessi amici avevano difficoltà a riconoscerlo. Miracolosamente sopravvissuto all’incidente, già dopo pochi minuti Gage era di nuovo cosciente e in grado di parlare; dopo tre settimane poteva già rialzarsi dal letto. La sua personalità però aveva subito radicali trasformazioni, in quanto divenuto intrattabile. Si crede che l’incidente di cui fu vittima abbia causato l’enorme cambiamento nella sua personalità emotiva e relazionale. Gli studi sulle condizioni di Gage hanno apportato grandi cambiamenti nella comprensione clinica e scientifica delle funzioni cerebrali e della loro localizzazione nel cervello.

Il trauma di Phineas Gage

Phineas gage 1868. Funzioni esecutive

Come si valutano

Un primo approccio consiste nell’osservazione del paziente, nel colloquio con i familiari e la lettura degli esami clinici già effettuati. Sulla base di una serie di fattori che possono variare da paziente a paziente, si stabiliscono quali valutazioni siano maggiormente necessarie al fine di valutare le prestazioni mantenute e danneggiate del paziente.

La prestazione ad un compito esecutivo varia per definizione nel tempo, in un modo che non è soltanto spiegabile sulla base della presenza di errori a test (come di norma avviene nel caso di altre prove cognitive). Nel caso delle funzioni esecutive, la loro valutazione non può seguire l’andamento “standard” della valutazioni neuropsicologiche , in quanto non è agevole identificare un compito il cui fallimento, sia indice di difficoltà selettiva dei processi esecutivi.

Esistono comunque prove e test standardizzati, estremamente utili e necessari nella valutazione delle funzioni esecutive, il neurspsicolgo esperto e formato saprà fare le giuste scelte anche in sinergia con il medico curante.

Riabilitazione

Non esiste un metodo unico per trattare le lesioni cerebrali acquisite in modo completo. Il trattamento dipende dalla lesione, dai sintomi e anche dall’età del paziente, poiché la lesione cerebrale acquisita in età pediatrica può essere trattata in modo molto diverso.

Il paziente si dovrà sottoporre a un programma di riabilitazione multidisciplinare su misura, nel tentativo di migliorare le funzioni perse a causa della lesione. Possono essere coinvolti vari specialisti, a seconda dell’entità dei sintomi, tra cui fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, psicologi neuropsicologi e specialisti del dolore.

Esercizi 

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