
Come si usano colori in psicoterapia?
L’obiettivo principale della psicologia dei colori, è l’osservazione della relazione tra i colori e gli eventi psichici ad essi correlati. Questa particolare branca della psicologia viene usata in diversi modi. Sia come terapia per alcuni problematiche, sia come possibilità di testare la personalità e le caratteristiche più profonde di una persona.
Questo perché il colore, è costantemente presente nella relazione tra individuo e ambiente. Entra a far parte della nostra vita, nelle nostre scelte, nelle preferenze e descrive parte di ciò che siamo. Pablo Picasso diceva: “I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni”.
Spesso si usano i colori in psicoterapia attraverso l’uso del test dei colori di Luscher
Questo test è stato inventato nel 1947 dallo psicologo svizzero Max Luscher e permette di analizzare lo stato d’animo di una persona a partire dal colori che sceglie. Il test prevede che il paziente scelga tra una gamma di 8 colori, quale colore preferisce in quel momento, in maniera istintiva e senza pensarci troppo. Non è importante quale sia il colore preferito in genere, la scelta deve essere dettata dal momento specifico in cui sta svolgendo il test. In base alle scelte effettuate si delinea lo stato mentale ed emotivo della persona.
Kandinsky diceva che il colore è un mezzo per stimolare direttamente l’anima.
Il nostro personale bouquet cromatico, dipende dal nostro modo di pensare, di essere e di interpretare il mondo. In generale l’associazione colore-significato personale dipende dal nostro modo di percepire e rivisitare emozionalmente il colore. In psicologia si parla di cromologia, quando si vuole indicare l’analisi del colore e i suoi effetti sulle diverse aree del cervello.
In psicoterapia l’uso dei colori e spesso utilizzato come mezzo per comprendere l’espressione e la comunicazione di bambini e adolescenti.
Quando un bambino o un ragazzo, ma in realtà anche gli adulti, vengono lasciati liberi di disegnare, si assiste ad una scelta spontanea ma non casuale di uno o più colori. Il “segnale-colore” costituisce una lingua emozionale, che ha origini nell’inconscio e trova la via d’uscita attraverso le scelte cromatiche.
Nel Test di Rorschach, test proiettivo che prevede l’uso di tavole con macchie d’inchiostro, ce ne sono ben 5 colorate, due bicromatiche + tre pluricolorate. La scelta di Rorschach di usare anche il colore, segue il principio per cui questo indaga aspetti relativi alla modalità del soggetto di rispondere alle sollecitazioni affettive ed emotive della vita.
Le scelte cromatiche comunicano e aprono canali per esprimere se stessi. Infatti, l’analisi delle prime 8 tavole del test di Lusher, mostra come la persona “vive nel mondo”. L’analisi da informazioni su quali siano gli atteggiamenti appresi che vengono poi riproposti nel comportamento generale. Ci dice qual è il “carattere” (per esempio bisogni, obiettivi, ansie, propensione al cambiamento, autostima, ecc.) e il livello di stress relativo a questi aspetti della personalità. Le tavole delle forme permettono di testare le strategie comportamentali e le situazioni intenzionali. Confrontando poi queste informazioni con la scelta dei colori, è possibile evidenziare eventuali “maschere comportamentali”.
Nella valutazione della persona è essenziale che si tenga in considerazione contemporaneamente i dati emersi da tutte le tavole ma anche le informazioni verbali della persona.
Diversa è la cromoterapia, secondo la quale i colori possono essere assorbiti dal corpo attraverso specifici apparecchi ed in base al colore “proiettato” va ad agire in modo diverso sulle cellule del corpo, per migliorare le funzionalità biologiche. A livello scientifico non sono ancora state dimostrati dei reali effetti di questa terapia, se non quelli che spesso queste pratiche, vengono inserite in un ambiente rilassante, il quale può portare ad un reale miglioramento dello stato emotivo.
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